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Conoscere il tuo ospite ideale: la chiave per un marketing alberghiero efficace

In questo articolo

Introduzione

Conoscere il tuo ospite ideale: la chiave per un marketing alberghiero efficace

“Il mio hotel è per tutti.”

È una frase che suona rassicurante, quasi logica. Ma è anche una delle trappole più subdole in cui può cadere un albergatore.

 

Nel panorama turistico italiano, saturo di offerte simili, parlare “a tutti” equivale a non parlare con nessuno. Le strutture che faticano a distinguersi spesso hanno una cosa in comune: un marketing troppo generico, che non affonda mai nella psicologia reale del cliente. Campagne pubblicitarie che mostrano camere eleganti, colazioni abbondanti e viste mozzafiato… senza però dire nulla di davvero rilevante per chi guarda.

 

E qui entra in gioco un concetto tanto semplice quanto spesso trascurato: conoscere davvero chi è il tuo ospite ideale. No, non una vaga “famiglia tipo” o “coppia in fuga romantica”. Parliamo di una persona specifica, con desideri, paure, sogni e aspettative.

 

Costruire una customer persona alberghiera ti obbliga a cambiare punto di vista: non più “cosa voglio dire io”, ma “cosa ha bisogno di sentire lui o lei”. Ed è lì che succede qualcosa di potente: il tuo messaggio inizia a colpire, la comunicazione diventa rilevante, il tuo hotel non è più solo un altro nome su Booking.

 

In questo articolo, vedremo perché le customer personas sono la chiave per un marketing alberghiero efficace, come crearle, e — soprattutto — come usarle per aumentare le prenotazioni e costruire relazioni autentiche con i tuoi clienti.

 

 

1. Perché il marketing generico non funziona per il tuo hotel

Nel mercato alberghiero italiano, la concorrenza non si gioca più solo su posizione e prezzo. Con OTA, recensioni, portali comparativi e Google Ads, ogni potenziale ospite ha letteralmente decine di opzioni a portata di clic. In questo scenario, essere “visibili” non basta più: bisogna essere rilevanti.

 

Eppure, tantissimi hotel continuano a usare un linguaggio indistinto, fatto di frasi vaghe come “accoglienza impeccabile”, “esperienza indimenticabile”, “a due passi dal centro”. Il risultato? Tutti sembrano uguali. E quando tutti sembrano uguali, l’unico criterio che resta al cliente è il prezzo.

 

Questo è il cuore del problema. Quando non sai chi stai cercando di attrarre, finisci per lanciare messaggi generici, nella speranza che “qualcuno” si riconosca. Ma la verità è che nessuno si riconosce in un messaggio costruito per tutti.

 

Il marketing generico fallisce perché ignora la dimensione umana della scelta. Una famiglia con bambini piccoli non ha le stesse priorità di una coppia di trentenni in fuga romantica. Un business traveler non cerca lo stesso tipo di accoglienza di un turista americano in vacanza lunga.

 

E allora sorge una domanda scomoda, ma necessaria: quando hai scritto l’ultima offerta, a chi stavi pensando davvero?

 

La buona notizia è che questo approccio si può cambiare. Ma richiede un passo indietro, un atto di ascolto profondo. Vuol dire smettere di ragionare in termini di “target demografici” e iniziare a costruire identità precise. Ecco dove entrano in gioco le customer personas.

 

 

2. Cos’è una customer persona alberghiera (e cosa non è)

Spesso si confonde la “segmentazione del mercato” con la creazione di customer personas. Ma c’è una differenza fondamentale. Segmentare significa dividere il mercato in gruppi omogenei per età, provenienza, budget. Costruire una persona, invece, vuol dire entrare nella testa di un individuo tipo, comprenderne motivazioni, desideri, insicurezze.

 

Una customer persona è un profilo semi-fittizio, ma costruito su dati reali, che rappresenta il tuo cliente ideale. È molto più di “donna, 35-50 anni, italiana, ama viaggiare”. È Marta, 42 anni, vive a Milano, è dirigente in una multinazionale, madre di due figli. Cerca un weekend di relax totale, senza figli al seguito. È stanca, ha poco tempo, vuole sentirsi coccolata ma non giudicata. Per lei, prenotare un hotel è un gesto di autodifesa mentale.

 

Oppure Luca, 38 anni, lavora come commerciale per una tech company, viaggia spesso per lavoro. Odia perdere tempo al check-in, cerca un hotel dove trovare una scrivania decente e una colazione senza fronzoli. Ha poco tempo, vuole tutto subito. Se trova una struttura che capisce queste esigenze, ci torna senza pensarci due volte.

 

Questi esempi non sono caricature: sono archetipi comportamentali. Più li rendi precisi, più le tue scelte di comunicazione diventano mirate, coerenti e umane.

 

Una customer persona:

  • Non è una media statistica.
  • Non è una scheda vaga.
  • Non è “un cliente tipo” descritto solo per età e provenienza.

 

È una persona con una storia, un contesto, una motivazione profonda per cui sceglie (o scarta) il tuo hotel.

 

Ed è anche la base per prendere decisioni strategiche: dallo stile delle immagini sul sito, alla voce del testo, fino al tipo di offerte che funzionano davvero.

 

Customer-journey-hotel

 

3. Come si crea una customer persona per il tuo hotel

Creare una customer persona efficace non è un esercizio creativo. È un’operazione analitica, quasi chirurgica, basata su dati reali e osservazione costante. La buona notizia? Hai già tutto quello che ti serve. La cattiva? Probabilmente non lo stai usando nel modo giusto.

 

Raccogli i dati: guarda ciò che hai (e che spesso ignori)

I tuoi clienti parlano continuamente — con le loro recensioni, le domande che fanno prima di prenotare, le email che scrivono, le risposte ai questionari, le interazioni sui social.

Ecco dove iniziare:

  • Recensioni online: leggi tra le righe. Cosa apprezzano davvero? Cosa li infastidisce? Quali parole usano?
  • CRM e dati di prenotazione: da dove arrivano? Che tipo di camera scelgono? Tornano?
  • Statistiche di Google Analytics o Booking Engine: quali pagine visitano di più? Da quali dispositivi?
  • Email e sondaggi post-soggiorno: le loro risposte dicono molto, se sai cosa cercare.

 

 

Rispondi a queste domande chiave

Per ogni segmento che individui, cerca di rispondere con precisione:

  • Chi è? (età, professione, stile di vita, famiglia)
  • Perché viaggia? (motivazione profonda, non solo “vacanza”)
  • Cosa cerca in un soggiorno? (comfort, status, autenticità, silenzio, praticità?)
  • Cosa teme? (spendere troppo, non riposarsi, sentirsi a disagio)
  • Cosa lo fa decidere? (recensioni, offerte, immagini, flessibilità?)

 

 

Costruisci la scheda persona

Ecco un modello semplice da replicare:

NOME: Marta – La viaggiatrice benessere
Età: 42
Professione: Manager HR, vive a Milano
Motivazione del viaggio: Ricaricare le energie dopo settimane intense di lavoro
Comportamento digitale: Cerca offerte su Instagram e recensioni su TripAdvisor
Trigger emotivo: Vuole sentirsi accolta, non invisibile
Fattori decisivi: Spa riservata, recensioni autentiche, foto realistiche
Paure: Ritrovarsi in un posto rumoroso, servizio impersonale
Obiettivo: Prenotare senza dover pensare troppo

 

 

Strumenti e risorse

Non serve complicarsi la vita con software avanzati. Puoi usare:

  • Fogli Google
  • Trello o Notion per organizzare i profili
  • Modelli Canva per visualizzarli
  • ChatGPT per sintetizzare grandi volumi di feedback e recensioni

Una volta create, queste personas devono diventare bussola strategica: ogni decisione — dalla homepage del sito alla campagna Facebook — deve rispondere alla domanda: Cosa direbbe Marta? Cosa penserebbe Luca?

 

 

4. Come usare le personas per migliorare la tua comunicazione e aumentare le prenotazioni

Creare una persona è solo l’inizio. Il vero valore arriva quando inizi a usarla per prendere decisioni concrete nel marketing del tuo hotel. Le personas non sono teoria: sono uno strumento operativo che può cambiare il modo in cui comunichi, costruisci offerte, e gestisci le relazioni con i clienti.

 

Personalizzazione della comunicazione

 

Immagina due newsletter. Una dice:

“Prenota ora il tuo soggiorno nel nostro hotel 4 stelle a Firenze.”

 

L’altra, pensata per Luca, il viaggiatore business, dice:

“Check-in express, Wi-Fi ultra veloce e colazione servita dalle 6:30: tutto quello che ti serve per iniziare la giornata al massimo.”

Indovina quale converte di più?

 

Quando parli come se conoscessi davvero chi legge, crei connessioni. La comunicazione diventa meno promozione e più conversazione. E la fiducia, in un mercato competitivo come quello alberghiero, è moneta sonante.

 

Creazione di pacchetti e offerte mirate

Le personas ti aiutano anche a progettare pacchetti pensati per esigenze reali. Invece di “3 notti con colazione inclusa”, puoi offrire:

  • Pacchetto “Mamma Serena”: 2 notti + accesso spa + babysitter disponibile su richiesta.
  • Offerta “Smart Business”: 1 notte + transfer dalla stazione + welcome drink + colazione to-go.

Quando l’offerta parla alla motivazione reale, non sei più uno dei tanti: sei “quello giusto”.

 

Allineamento tra marketing, vendita e accoglienza

 

Se tutti nel team sanno chi è la persona tipo, è più facile:

  • Creare contenuti coerenti (dalle foto del sito alle didascalie sui social).
  • Rispondere alle richieste in modo empatico e puntuale.
  • Costruire esperienze che vanno oltre le aspettative.

 

Un brand alberghiero solido non nasce dalla coerenza grafica, ma dalla coerenza umana: dire le cose giuste, alle persone giuste, nel momento giusto.

 

Customer-preference-hotel

 

5. Cosa possiamo imparare da questi casi d’esempio?

Viene illustrato con chiarezza un concetto che troppo spesso resta astratto: il marketing che funziona è quello che fa sentire il cliente “capito”, non bersagliato.

 

Il post analizza una dinamica comune: quando si chiede a un operatore turistico “A chi è rivolta la tua offerta?”, la risposta più frequente è “A tutti!”. Ma come evidenziato anche nel nostro percorso fin qui, questa risposta è il primo sintomo di una comunicazione destinata al fallimento.

 

Il punto chiave del case study:

“È molto più facile sapere cosa dire nel tuo marketing quando sai con precisione a chi lo stai dicendo.”

 

Nel caso specifico, Blend.travel racconta come la definizione di personas — basata su interviste reali, analisi dei comportamenti online e osservazione dei modelli di prenotazione — ha permesso ai clienti di creare campagne con un tono più umano, meno pubblicitario. Il risultato? Maggiore engagement, più click sulle offerte, aumento delle conversioni.

 

E in Italia?

 

Questo approccio si adatta perfettamente anche al contesto italiano, dove la relazione personale è ancora un valore percepito. Gli ospiti italiani ed europei vogliono sentirsi accolti, riconosciuti, capiti. Parlare con la “voce giusta” può fare la differenza tra una prenotazione diretta e l’ennesimo confronto su Booking.

 

Il messaggio è chiaro: le personas non sono solo un esercizio di marketing, ma una lente strategica attraverso cui riscrivere tutta l’esperienza cliente.

 

 

Conclusione – Puoi davvero permetterti di non sapere chi è il tuo cliente?

In un’epoca in cui ogni click conta, ogni parola pesa, e ogni secondo di attenzione è conquistato a fatica, non sapere esattamente a chi stai parlando è un lusso che pochi hotel possono permettersi.

 

La tentazione di rivolgersi a “tutti” è forte. Sembra democratica, aperta, sicura. Ma in realtà è inefficace. Perché se non parli a qualcuno in particolare, nessuno si sentirà chiamato in causa.

 

Definire la tua customer persona non è solo un’operazione di marketing: è un atto di rispetto verso chi potrebbe sceglierti. È ammettere che dietro ogni prenotazione c’è una persona vera, con bisogni veri, che non vuole essere convinta — vuole essere capita.

 

E ora?

 

Fermati un attimo. Rileggi il tuo ultimo post, la tua ultima newsletter, la descrizione del tuo pacchetto benessere.
Chiediti: A chi sto parlando, davvero? Marta si sentirebbe vista? Luca si sentirebbe coinvolto?

 

Se la risposta è “non lo so”, allora sai da dove partire.
Non serve riscrivere tutto da capo. Basta iniziare a guardare il tuo marketing con occhi nuovi: quelli dei tuoi ospiti ideali.

 

 

Domande Frequenti (FAQ)

1. Cosa cambia tra segmentazione del mercato e customer personas?

La segmentazione divide i clienti in gruppi in base a caratteristiche demografiche o comportamentali (età, provenienza, spesa media). Le customer personas, invece, vanno oltre: rappresentano profili dettagliati di clienti ideali, con nomi, storie, motivazioni, paure e desideri. Sono strumenti strategici per umanizzare la comunicazione.

 

 

2. Quante personas dovrei creare per il mio hotel?

Dipende dalla varietà della tua clientela. In genere, 2 o 3 personas ben fatte sono sufficienti per coprire i principali profili chiave. Aggiungerne troppe rischia di confondere il messaggio. Meglio poche, ma accurate.

 

 

3. Come faccio a ottenere i dati per costruire le personas?

Puoi iniziare analizzando fonti che hai già: recensioni online, dati dal tuo CRM, sondaggi post-soggiorno, interazioni social. Anche i colloqui informali con lo staff di reception possono offrire spunti preziosi. Se puoi, integra con brevi interviste qualitative.

 

 

4. Le personas servono solo per il marketing digitale?

Assolutamente no. Le personas influenzano ogni punto di contatto: dalle immagini sul sito, ai messaggi sui social, ma anche al linguaggio usato al check-in, alla proposta degli upsell, ai servizi in camera. È una visione olistica dell’ospite.

 

 

5. Le personas vanno aggiornate nel tempo?

Sì. I comportamenti e le aspettative dei viaggiatori cambiano, soprattutto dopo eventi globali (es. pandemia, inflazione, cambiamenti sociali). Rivedi e aggiorna le personas almeno una volta all’anno, o ogni volta che noti variazioni significative nei dati di comportamento.

 

 

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Scritto da: Luca

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